Cesare Serviatti: storia di un Serial Killer iItaliano la cui casa è meta di urbex

Cesare Serviatti: storia di un Serial Killer iItaliano la cui casa è meta di urbex

Nel buio della storia criminale italiana, spicca il nome di Cesare Serviatti, un individuo che ha lasciato un segno indelebile nell’annales degli orrori umani. In un precedente articolo vi ho parlato della sua casa abbandonata che è meta di esploratori di luoghi abbandonati.

Oggi vi voglio raccontare qualcosa della sua vita, sui suoi crimini e sulla sua tragica fine che compongono un quadro oscuro e spaventoso. Attraverso una serie di omicidi e oscure azioni, Serviatti ha guadagnato notorietà come uno dei serial killer più spaventosi nella storia d’Italia.

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Chi è Cesare Serviatti

Nato a Subiaco nel 1880 (alcune fonti indicano il 1875) da genitori sconosciuti, Cesare Serviatti ha attraversato una vita oscura e segreta. Durante la sua esistenza, ha svolto vari mestieri, tra cui macellaio e infermiere presso il Policlinico di Roma, ma sarà per sempre ricordato per la sua atrocità e perversione. Il suo passato oscuro ha certamente svolto un ruolo nel plasmare la personalità inquietante di questo serial killer che fu soprannominato anche “Macellaio di Roma” e “Landru del Tevere“.

Gli omicidi del serial killer Italiano

L’orrore scatenato da Cesare Serviatti inizia a emergere nella storia a partire dagli anni ’20 e ’30 del Novecento. Il suo modus operandi prevedeva l’uso di annunci sui giornali per attirare le sue vittime.

La sua formula era costante: “Pensionato, 450 mensili, conoscerebbe Signorina con mezzi. Preferibilmente conoscenza scopo matrimonio.” Attraverso questo annuncio, Serviatti adescava e selezionava donne sole, puntando a impossessarsi dei loro averi.

La prima vittima documentata dell’assassino fu Pasqua Bartolini Tiraboschi, assassinata nel 1928 a La Spezia. Serviatti, che gestiva una pensione temporaneamente in quella città, attirò la donna nella sua trappola. Durante un incontro, la uccise brutalmente nel sonno, mutilò il suo corpo e ne gettò i resti in un pozzo nero, nascondendo la terribile verità.

Il suo percorso omicida continuò con Bice Margarucci, cameriera anch’essa, che venne attirata dal malvagio annuncio di Serviatti. Margarucci subì la stessa sorte orrenda, con il suo corpo decapitato e sezionato, e i suoi resti gettati nel Tevere. La violenza di questi atti è un indicatore inquietante della mente malata di Serviatti.

La cattura e la condanna a Morte

La cattura di Cesare Serviatti arrivò grazie all’aiuto cruciale di Olga, un’amica di una delle sue vittime. Questo segnò l’inizio della fine per il serial killer. Dopo l’arresto, Serviatti inizialmente negò ogni coinvolgimento, ma di fronte all’evidenza schiacciante, confessò i suoi terribili crimini. Ammise di aver ucciso Paolina Gorietti, la donna il cui corpo mutilato era stato trovato in valigie abbandonate in stazione.

Serviatti venne processato per i suoi orribili delitti, e nel 1933 fu condannato all’ergastolo per gli omicidi di Pasqua Bartolini e Beatrice Margarucci. Ma fu la pena di morte a essere inflitta per l’omicidio, il vilipendio e l’occultamento del cadavere di Paolina Gorietti. Il 13 ottobre 1933, Cesare Serviatti venne giustiziato per fucilazione nel poligono militare di Chiara Vecchia, nel comune di Sarzana.

L’eredità di terrore lasciata da Cesare Serviatti continua a gettare una lunga ombra sulla storia italiana. Il suo modus operandi spietato, la violenza delle sue azioni e la freddezza con cui commise i suoi omicidi rimarranno per sempre nella memoria collettiva. La sua morte in mano alla giustizia rappresentò una svolta, ma l’oscurità dei suoi atti rimarrà un monito di quanto possa nascondersi dietro una facciata apparentemente normale.

Cesare Serviatti è una figura enigmatica e spaventosa nella storia dei criminali seriali italiani. Attraverso il suo modus operandi crudele e metodico, ha terrorizzato le comunità e lasciato dietro di sé un sentiero di sofferenza. La sua cattura e la successiva esecuzione mettono fine alla sua serie di orrori, ma il suo nome rimarrà impresso nei registri degli assassini più spietati e spaventosi del nostro tempo.

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ATTENZIONE: introdursi in proprietà private, anche se abbandonate o apparentemente abbandonate, è un REATO e questi articoli non costituiscono in alcun modo un invito ad introdursi in luoghi che possono essere proprietà private. Entrare in luoghi abbandonati, inoltre, è una pratica pericolosa per l'incolumità.