La Villa del Barone di Munchausen a Strevi

La Villa del Barone di Munchausen a Strevi

Oggi, in questo viaggio che continua nell’Urbex Italia, vi porto tra le mura delle antiche ville abbandonate del Piemonte, rivivendo storie che meritano di essere narrate: una di queste è la Villa del Barone di Munchausen a Strevi, nel cuore della provincia di Alessandria.

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L’Urbex: una passione che porta a rivivere la storia

L’Urbex è molto più che un hobby, è una vera passione: esplorare luoghi abbandonati è un viaggio emozionante attraverso la storia del nostro Paese, delle tracce apparentemente invisibili rimaste del suo passato e delle storie di chi lo ha vissuto. Ogni luogo abbandonato, ogni edificio dismesso, è una pagina di storia, un poema di rovine che attende di essere raccontato. Questa è l’essenza dell’Urbex, la ricerca dell’invisibile, dell’abbandonato, del dimenticato.

Storia della Villa del Barone di Munchausen

La Villa del Barone di Munchausen, splendida dimora risalente al 1600, è un gioiello incastonato nel centro storico di Strevi, un grazioso borgo rinascimentale del Piemonte.

Inizialmente dimora di un vescovo, la villa ha cambiato più volte proprietario fino ad arrivare, nel 1869, alla famiglia Pellati. Personaggio di spicco tra i suoi membri è Nicola Pellati, uomo di grande importanza nella storia italiana, docente di geologia e mineralogia, direttore del Regio Ufficio geologico e responsabile del progetto di realizzazione della Carta geologica d’Italia.

Dopo la laurea in ingegneria nel 1859, Nicola Pellati studiò presso l’École des mines a Parigi e servì nelle regioni metallurgiche austriache e in Germania. Direttore di diversi distretti minerari italiani, fondò la sezione del Club Alpino Italiano nelle Dolomiti nel 1868. Partecipò al congresso di geologia del 1881, contribuendo alla fondazione della Società Geologica Italiana. Sostituì Felice Giordano al Corpo delle Miniere nel 1892 e supervisionò la mappa geologica d’Italia. Alla fine della carriera, partecipò all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.

La villa ospitò tanti illustri personaggi come la Principessa Czernichev, prima moglie di Rodolfo d’Austria (il figlio più giovane dell’ultimo imperatore regnante d’Austria-Ungheria), Carlo I, il Principe del Galles, futuro Edoardo VII, il Generale Paolo Spingardi, il Barone Winspeare, il Principe di Piombino e il poeta Trilussa, amico del conte Francesco Pellati, figlio di Nicola.

In che condizioni si trova oggi la villa abbandonata

Il passare del tempo ha inevitabilmente lasciato i suoi segni su questa che è certamente una delle ville abbandonate più belle del Paese.

La villa ha vissuto periodi di grande splendore e momenti di decadenza e oggi camminare attraverso le sue stanze affrescate è come entrare in una pagina di storia, sentire l’eco delle voci dei personaggi che hanno vissuto queste stanze e queste mura, in particolare conoscendone la storia.

La villa, malgrado le evidenti tracce di abbandono, conserva ancora il suo fascino originale, con le sue pareti affrescate, gli arredi storici e gli oggetti dell’epoca. Tuttavia, è necessario un intervento di conservazione per preservare questo prezioso patrimonio. La proprietaria attuale, per garantire la salvaguardia dell’edificio, ha in mente alcune idee, tra cui la creazione di un’Associazione no profit.

Dove si trova la Villa del Barone

La “Villa del Barone di Munchausen” si trova a Strevi, un incantevole borgo rinascimentale del Piemonte, nella provincia di Alessandria. Questo luogo ricco di storia e fascino offre un’esperienza unica per gli appassionati di Urbex e per coloro che vogliono scoprire il volto nascosto dell’Italia.

L’Urbex è una pratica che permette di rivivere il passato, di ascoltare le storie narrate dai luoghi abbandonati. La “Villa del Barone” è uno di questi luoghi, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, un luogo che aspetta di raccontare la sua storia a chi vuole ascoltarla.

Ogni angolo, ogni stanza, ogni oggetto racconta un pezzo di storia, una storia che merita di essere conosciuta e rispettata.

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ATTENZIONE: introdursi in proprietà private, anche se abbandonate o apparentemente abbandonate, è un REATO e questi articoli non costituiscono in alcun modo un invito ad introdursi in luoghi che possono essere proprietà private. Entrare in luoghi abbandonati, inoltre, è una pratica pericolosa per l'incolumità.