L’Urbex come forma di turismo alternativo

L'Urbex come forma di turismo alternativo

L’Urban Exploration, o Urbex, è un’attività che sta guadagnando sempre più attenzione. Questa pratica, che consiste nell’esplorare parti nascoste delle città, è persino diventata un argomento di discussione in numerosi studi accademici. Tuttavia, gli aspetti di questa attività associati al viaggio e al consumo non sono ancora stati esplorati a fondo. In questo articolo voglio provare ad esaminare insieme a voi l’Urbex vedendolo sotto una luce diversa: come forma di turismo alternativo, mettendo in luce le sue peculiarità e le sue potenzialità.

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Urbex: un nuovo modo di fare turismo

L’Urbex viene definito come l’attività di “cercare, visitare e documentare spazi creati dall’uomo interessanti, più tipicamente edifici abbandonati“, definizione presa in prestito da Ninjalicious – alias Jeff Chapman – esploratore urbano di Toronto ed autore nel 2005 di un libro dal titolo “Access All Areas: A User’s Guide to the Art of Urban Exploration“, che potete trovare qui su Amazon. Questa pratica, che ha visto una crescita significativa come attività di svago negli ultimi 15 anni, include luoghi generalmente off-limits per le persone, come edifici abbandonati, rovine, cantieri, tunnel, condotti e tetti.

Urbex e luoghi abbandonati: un binomio inseparabile

I luoghi che sono diventati il fulcro dell’Urbex sono spesso definiti come spazi temporanei, obsoleti, abbandonati e derelitti. Questi luoghi abbandonati, che un tempo erano pieni di vita, diventano il palcoscenico per un’esperienza di turismo alternativo, lontano dalle solite mete turistiche affollate.

Urbex, l’antiturismo: turismo di avventura e di rischio

L’Urbex condivide temi comuni con il turismo del patrimonio, il turismo d’avventura, il turismo alternativo, l’autenticità e il rischio, ma rappresenta una contraddizione rispetto all’esperienza turistica mainstream. L’esplorazione di luoghi abbandonati può quindi essere interpretata come una forma di turismo che si colloca al di fuori delle norme di comportamento, decisione e tipologie accettate.

Possiamo quindi vedelo come una forma di antiturismo, un modo di viaggiare che si oppone alla standardizzazione e alla commercializzazione del turismo di massa. Questa pratica offre una prospettiva unica sulla città, permettendo di scoprire luoghi nascosti e dimenticati, e di vivere un’esperienza autentica e personale.

Gli oggetti dell’esplorazione urbana

L’Urbex, comunque, non si limita a edifici abbandonati e luoghi dimenticati. Secondo Swarbrooke e Horner (2012), i siti di interesse per l’Urbex includono “edifici, strutture e siti creati dall’uomo che sono stati progettati per uno scopo diverso dall’attrazione di visitatori, come il culto religioso“.

Ninjalicious suggerisce che le attività che potrebbero essere viste come Urbex o correlate all’Urbex possono illustrare comportamenti simili a quelli del turismo in termini di consumo e produzione.

L’Urbex può spaziare da iniziative turistiche legalmente permesse, come le giornate di apertura del patrimonio e i tour autorizzati con gruppi come quelli del FAI, ad esempio, fino ad attività illegali e intrusioni.

L’Urbex include tour di fabbriche, visite a luoghi di lavoro in disuso, tour dietro le quinte, visite a rovine, arrampicate su ponti, giochi in tunnel, skateboard, parkour/freerunning, esplorazione di cantieri, condotti e tunnel, arrampicata urbana, roofing e intrusione in film e concerti.

Urbex: oltre il turismo tradizionale

L’Urbex, quindi, condivide similitudini con il turismo, ma va anche oltre le usuali pratiche turistiche, in termini di oggetti e soggetti dell’Urbex. Craggs, Geohegan e Neate (2013) sostengono che l’Urbex, come qualsiasi tour ufficiale, è anche un modo per alcune persone di impegnarsi nel loro interesse per l’architettura. Un tour ufficiale sarebbe riconosciuto come turismo, mentre la visita senza permesso come esploratore urbano sarebbe considerata un’intrusione. Solo l’elemento “permesso” della visita differenzia uno dall’altro.

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La differenza tra “rovine” e “luoghi abbandonati” nell’Urbex

La nozione di “rovina” in questo contesto merita una certa considerazione. Lynch (1990) ha condotto una ricerca per distinguere tra le “rovine” e “luoghi abbandonati“: le rovine vengono considerate “piacevoli” e “degne di reverenza” mentre i luoghi abbandonati sono maggiornamente associati a concetti di “entropia“, “decadenza” e “morte“.

La maggioranza delle persone che praticano Urbex, comunque, si dedicano a questa attività che può essere anche definita “ruin porn”, perché questi siti abbandonatai vengono visti solo come un’immagine a se stante, priva di qualsiasi connessione sociale o culturale.

Un fenomeno in crescita

Nonostante le critiche, l’Urbex ha mantenuto una crescita costante negli ultimi anni, che si dimostra e mostra attraverso la grande quantità di siti web profili Instagram che raccolgono le immagini delle esplorazioni.

Ma quando una pratica alternativa come l’Urbex diventa così diffusa, può davvero ancora essere considerata alternativa o diventa mainstream anch’essa?

Questa crescente consapevolezza dell’Urbex, infatti, può minacciare i suoi valori sub-culturali e c’è chi suggerisce che l’Urbex sia più “borghese” di quanto vogliamo ammettere.

Cosa ne pensate voi? Scrivetelo nei commenti!

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ATTENZIONE: introdursi in proprietà private, anche se abbandonate o apparentemente abbandonate, è un REATO e questi articoli non costituiscono in alcun modo un invito ad introdursi in luoghi che possono essere proprietà private. Entrare in luoghi abbandonati, inoltre, è una pratica pericolosa per l'incolumità.