Urbex Italia: siamo andati alla scoperta di un affascinante hotel abbandonato in Emilia Romagna, la Casa del Portuale. Questa struttura, un tempo punto di riferimento per i lavoratori portuali, è ora avvolta dal fascino dell’abbandono e si impone maestosa alla vista quando ci si avvicina, avvolta dalle piante e dal silenzio del luogo.
In questo articolo potrete trovare:
- la storia della Casa del Portuale
- informazioni sull’architetto che lo ha progettato
- in che condizioni si trova oggi
- dove si trova
- video della mia esplorazione dell’hotel abbandonato.
Immergetevi con me in questo viaggio alla scoperta della storia e dell’architettura di questo luogo unico e dimenticato.
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Storia della Casa del Portuale
La storia della Casa del Portuale inizia negli anni ’60, quando l’Italia viveva un periodo di crescita economica e di espansione dell’assistenzialismo.
Fu realizzata come opera sociale per i lavoratori portuali, assistiti dalle Compagnie Gruppi Portuali.
L’edificio fu costruito tra il 1963 e il 1969 e successivamente ampliato nel 1972 con l’aggiunta di un secondo fabbricato nel 1973. La struttura era convenzionata con le vicine Terme di Castrocaro e forniva 120 alloggi per i lavoratori durante il periodo di cure termali.
Il finanziamento delle spese era sostenuto dal “Fondo assistenza sociale lavoratori portuali“, istituito nel 1967. Tuttavia, nel 1981 il Fondo fu sostituito dal “Fondo gestione istituti contrattuali lavoratori portuali”, il quale non riuscì a fermare il declino del termalismo italiano e la conseguente chiusura di molte strutture, tra cui la Casa dei lavoratori portuali.
L’attività alberghiera di questo hotel ora abbandonato continuò fino al 1995, anno in cui fu chiusa e condannata al progressivo abbandono. La proprietà passò dal Ministero della Marina Mercantile al Ministero dei Trasporti e della Navigazione e fu oggetto di liquidazione.
Nel corso degli anni, sono stati effettuati diversi tentativi di vendere la struttura attraverso aste pubbliche, ma senza successo a causa dell’alta valutazione del bene e della persistente crisi economica.
Il Comune di Dovadola propose in seguito di acquisire la struttura gratuitamente dal demanio, con l’obiettivo di destinarla a progetti di recupero nel settore sociale e sanitario.
Tuttavia, nessuna di queste proposte ha portato a una soluzione concreta per il futuro della Casa del Portuale, che rimane un simbolo dell’abbandono e del declino del termalismo italiano.
L’architetto che ha realizzato la Casa del Portuale
La Casa del Portuale è stata progettata dall’architetto cagliaritano Giovanni Zedda, che ha lasciato il segno della sua arte in numerose opere pubbliche, commissionate dal Ministero della Marina Mercantile. La realizzazione della Casa del Portuale ha rappresentato un momento cruciale nella sua carriera.
L’architetto Giovanni Zedda, a cui nel settembre 2020 è stato conferito il riconoscimento alla carriera da parte dell’Ordine degli Architetti della Città Metropolitana di Cagliari e Sud Sardegna per i suoi 50 anni di iscrizione all’Ordine e di cui è anche stato Presidente, è scomparso a gennaio 2023 all’età di 89 anni.
In che condizioni si trova oggi
Il passare del tempo e l’incuria hanno trasformato la Casa del Portuale in un luogo di degrado e abbandono. La rigogliosa vegetazione ha invaso gli spazi un tempo frequentati dai lavoratori portuali, e la struttura è stata devastata dalle intemperie e dal vandalismo.
Oltre ad essere una meta per molti esploratori di luoghi abbandonati in tutta Italia, è a volte anche utilizzato da alcuni fotografi per scattare fotografie in scenari post apocalittici con modelle e modelli.
Dove si trova
La Casa del Portuale si trova nel territorio del Comune di Dovadola (in provincia di Forlì, Emilia Romagna). Un tempo fiore all’occhiello per i lavoratori portuali, oggi è un luogo abbandonato che testimonia il declino del termalismo italiano e la fragilità delle strutture architettoniche nel tempo.