La ragazzina ucraina che combatte nel Dombass: propaganda o integralismo?

Propaganda o integralismo: la ragazzina ucraina che combatte in Dombass

Delle due l’una: una ragazza ucraina di 21 anni che con questa espressione da tiktoker e ammiccando alla telecamera afferma di aver voluto andare in guerra, o è propaganda o manifesta un chiaro integralismo.

Prima di andare avanti, guardate voi stessi l’intervista andata in onda in diretta dal fronte su Sky News 24 domenica 17 aprile mattina:

La ragazzina ucraina che combatte nel Dombass: propaganda o integralismo?

Ma c’è di più: Aleksandra, così presentata dal giornalista di Sky News 24, si presenta come una studentessa di medicina che ha deciso di andare sul fronte per combattere e per aiutare i feriti.
Orgoglio e attaccamento alla patria?
Certo, ci può stare.

Poi, però, continuando a sorridere e ammiccare in maniera troppo artificiosa per essere spontanea (o per essere lucida, chissà…), ci racconta che i suoi genitori non solo non sono preoccupati per questa sua scelta ma, addirittura, l’hanno appoggiata e le hanno preparato il necessario e spedita in guerra.

A questo punto ci chiediamo: si tratta di una famiglia di patrioti o una famiglia di esaltati?
Quale persona sana di mente manderebbe volentieri una figlia di 21 anni con tutta la vita davanti a fare una guerra così cruenta come quella che si sta sviluppando in Ucraina?

Anche stavolta, però, c’è di più…

Il giornalista le chiede se ha paura di finire prigioniera dei Russi e lei con molto orgoglio – e sempre con sorriso ammiccante – mostra un proiettile enorme, lungo quasi come la profondità della sua testa e dice che lo tiene per lei e che sarà il proiettile che userà per se stessa pur di non essere catturata viva dai Russi.

Non è chiaro perché in un servizio giornalistico si debba far vedere una sceneggiata del genere e quale finalità possa avere: sensazionalismo? pietismo? trasformare l’immagine degli ucraini in eroi?

Nessuno sembra farsi questa domanda, nemmeno in studio.

Il dubbio che abbiamo è che nemmeno loro si rendano conto che una intervista di questo tipo non solo non ha alcun senso, ma lascia allo spettatore quel dubbio di fondo che forse questi ucraini siano veramente esaltati e, quindi, può essere controproducente rispetto a quel “pensiero unico” che si sbrodola in ogni servizio sulla guerra in Ucraina dal primo giorno.

Delle due, dunque, l’una: propaganda o integralismo.

Qualunque cosa voi ne pensiate, non crediamo che nessuno di voi ne ricavi una bella sensazione, o sbaglio?

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