Immigrati ucraini e immigrati africani: per l’Europa c’è differenza

Immigrati ucraini e immigrati africani: per l'Europa c'è differenza

Ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto un discorso lungo e articolato al Parlamento Europeo affrontando molti temi, principalmente legati alle situazioni contingenti legate alla guerra in corso tra Ucraine e Russia e l’impatto di questa guerra sull’economia e sulle strategie dell’Unione Europea e dei suoi membri.

Tra questi temi c’è di certo quello dell’immigrazione e del disastro umanitario che la guerra in Ucraina sta causando.

Proprio sul tema immigrazione, Mario Draghi ha affermato che è necessario rivedere il Trattato di Dublino per fare fronte in modo più efficace ai flussi migratori.
Ecco cosa ha detto:
“Più in generale, è necessario definire un meccanismo europeo efficace di gestione dei flussi migratori, che superi la logica del Trattato di Dublino.”

Quindi l’immigrato a causa delle guerre in Europa è diverso dall’immigrato che scappa da guerre in altri paesi?

Prima di andare avanti: se sei interessato clicca qui per leggere il testo ufficiale completo del discorso del Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi a Bruxelles del 3 maggio 2022.
Per ascoltarlo interamente, invece, ecco il video del discorso completo pubblicato dal canale YouTube di Palazzo Chigi:

Tutto questo discorso nasce chiaramente dall’esigenza di gestire meglio il flusso di persone che sta uscendo dall’Ucraina e per favorirne l’immigrazione in altri Stati.

Fino a poche settimane fa i trattati di Dublino erano un dogma della nostra politica e in particolare erano utilizzati come arma di scontro contro i partiti di centro-destra.

Il leader della Lega Matteo Salvini veniva contrastato proprio su questo punto quando chiedeva il superamento degli accordi di Dublino (fonte: https://www.linkiesta.it/2019/06/salvini-seawatch3-migranti/).

Adesso il nostro governo, nella persona e nelle parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi, si accorgono dell’immane tragedia dell’immigrazione.

Così dichiara Mario Draghi nello stesso discorso a Bruxelles:
“Non possiamo guardare al Mediterraneo solo come un’area di confine, su cui ergere barriere.
Sul Mediterraneo si affacciano molti Paesi giovani, pronti a infondere il proprio entusiasmo nel rapporto con l’Europa.”

Un bel cambio di rotta, no?

Gli immigrati bianchi, ucraini, sono una cosa, gli immigrati neri un’altra: è questo il messaggio?
Ora che ci sono gli immigrati ucraini abbiamo necessità di velocizzare e semplificare i processi di accoglienza e i canali legali di ingresso, prima gli accordi di Dublino erano un dogma.

Il fatto è molto più semplicemente che accogliere immigrati ucraini ci serve per alimentare la russofobia e trasmettere alle persone l’idea che noi siamo civili, democratici e aperti al prossimo mentre i cattivi sono gli altri.

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